Qualche tempo fa ero a pranzo con un amico che mi raccontava di una sua conoscenza, avvezza a pratiche erotiche piuttosto bizzarre.
Confidenza per confidenza ci siamo messi a parlare di tutte le stranezze che avevamo sentito in merito, in un crescendo di comune stupore.
Confidenza per confidenza ci siamo messi a parlare di tutte le stranezze che avevamo sentito in merito, in un crescendo di comune stupore.
Entrambi abbiamo convenuto di non avere l’interfaccia per certe cose, nel senso che non ci sarebbero venute in mente neanche pensandoci, e già facevamo fatica a crederle possibili persino quando ce le avevano raccontate le persone direttamente coinvolte.
Sia ben chiaro che nella nostra conclusione non c’era alcun giudizio, e non si può certo dire che fossimo, allora come ora, dei bacchettoni.
Eravamo solo abbastanza sconcertati, per il solo fatto di avere una visione del sesso e dell’erotismo piuttosto distante da certi vezzi strani.
Più semplice, ecco.
Per cercare di spiegarcelo l’un l’altro siamo dovuti ricorrere a similitudini, e visto che avevamo davanti una terrina di sugo di carne nel quale inzuppare dei crostini di pane, e un tagliere di culatello di Zibello, a me è venuto in mente che la cosa che più mi ricorda il sesso- quello fatto bene- sono le lasagne.
Parlo di quelle bolognesi originali, non le variazioni sul tema in chiave vegetariana, che sono new age come iscriversi a un corso di tantra.
Le lasagne bolognesi sono erotiche già concettualmente.
Giacciono orizzontali, comodamente adagiate in una teglia, senza le pretese acrobatiche dei timballi, prive della vocazione all’ammucchiata degli sformati, lontane dalla frigida eleganza monoporzione dei tortini.
Nascono da una fusione tra due elementi chiave, la pasta e il ragù, cementati dall’attrazione, rappresentata dalla besciamella.
A differenza di ogni altra pasta, ripiena o meno, nella lasagna la pasta e il condimento non sono più separate dal dualismo io-tu, ma diventano un sublime “noi”, pur mantenendo la loro identità.
Questa fusione rappresenta la natura stessa della lasagna, esiste solo quando strato su strato si crea la perfetta unione, quando gli ingredienti si integrano, agiscono l’uno in funzione dell’altro.
Il ragù, sanguigno e carnale, accarezza la pasta, accogliente e morbida. La sua natura di maschio si stempera nel velluto della besciamella, che lo addolcisce, lo rende delicato, generoso, attento.
La pasta, dal canto suo, si corica in attesa e si lascia sommergere, pronta a stringere nell’abbraccio dei suoi larghi drappi quel sugo profumato, e a esserne permeata.
E prima di tutto questo, ciascuno dei due si prepara all’incontro.
Lui stufandosi per ore fino a trovare il giusto vigore: non la mollezza di chi frequenta la consistenza spugnosa di una polenta, ma neppure la rigidità di chi ha a che fare con le fluttuanti tagliatelle, mutevoli per forma e umore.
Lei, figlia della terra, impastata fino a esaltarne la natura femminina frutto di grano e uova, si immerge tutta intera in un bagno bollente per divenire più arrendevole.
Ancora non si sono incontrati, ma già sono attratti l’uno dall’altro, poiché si riconoscono dai profumi che cominciano a impregnare l’aria calda della cucina.
Si danno appuntamento in una teglia, dove lei si stende lasciva e ammicca, lanciando tacitamente un invito che lui accetta, gonfio di desiderio.
Ed è qui che interviene la magia, la scintilla che da sempre ha originato quanto di più bello e naturale possa accadere tra due elementi, siano essi diversi, o della stessa natura.
Nelle lasagne questo incanto avviene per opera della besciamella, entità che appartiene sia alla pasta, sia al ragù, crema delicata che non vive mai di vita propria, che esiste solo quando tra due ingredienti la pulsione a unirsi è così forte.
La besciamella compie il miracolo, li vincola, li armonizza, li induce a tenersi stretti già da questi momenti preliminari, li invita a cercarsi e a scoprirsi mentre insieme affrontano il lento ed estenuante calore del forno.
Quando ne escono, dopo ore, pasta e ragù sono trasfigurati, ma uniti per sempre.
Si lasciano deporre su un piatto, avvinghiati in un abbraccio sensuale.
Sale un ricciolo di fumo profumato: è un aroma voluttuoso che lascia intuire la passionalità dell’amplesso, che ancora si protrae finché la forchetta non affonda, con il fianco, attraverso gli strati che si lasciano tagliare come burro, sfiniti.
E in quel momento, con impudicizia, la besciamella cola.
Calda, densa, fluida.
L’esperienza delle lasagne bolognesi, se sono fatte bene, sublima la fantasia.
Non c’è bisogno di mistificazioni da nouvelle cuisine, di sperimentalismi da chef, di ricerca di gusti esotici, o di sapori forti.
No, decisamente: lasagne, solo semplici, gioiose lasagne.
Ho rivalutato la Lasagna bolognese: finora la paragonavo all'allegra "accozzaglia" saporita della lasagna napoletana (con le polpettine micro che ballano per la teglia fermate dalla mozzarella filante..., insieme al macinato nel sugo rosso...), e quella bolognese non ne veniva fuori benissimo. Ora ho capito: la paragonavo a quella di mia suocera..., anemica e povera e mooolto lontana dalla seduzione così ben descritta da te. Sei un MITO! ;-) Rosa
RispondiEliminaOk ma nella vita la besciamella cos'è? mi si sono aperte nuove ed infinite domande esistenziali.
RispondiEliminaOra che mi ci fai pensare, anche a me si sono aperte nuove domande esistenziali, alle quali credo che ciascuno possa dare le sue risposte personalissime...
EliminaSto per svenire dalla fame. Un giorno mi dai la ricetta del VERO ragù emiliano. Una mia collega dice che ci va anche il latte, è vero? I passatelli me li insegnasti tanti anni fa e devo dire che mi vengono bene. E comunque concordo: no a varianti light o fantasiose (pensa che in Inghilterra me ne fecero una con pezzetti di ananas nel sugo...)Viva la lasagna.
RispondiEliminammmmhhhhhh che fame.... ma quindi, io che aggiungo pezzetti di prosciutto e uova sode, cosa faccio, offro ai due viziosi anche qualche sex toy?!?!?!
RispondiEliminasei un mito, BIBI!!!!
il tuo blog è una miscellanea introvabile e sorprendente: non mi si contraddica quando affermo che gli insegnanti sono una "compagine atipica" nel panorama degli intellettuali ( io ne ho fatto parte fino a due anni quando sono andata in pensione).
RispondiEliminaTi propongo di partecioare ad una mia iniziativa che terminerà a fine gennaio qui il link su google plus https://plus.google.com/u/0/events/c3brri4mruqs88cf5d66ui6c260
oppure sul mio blog Il mio mondo della lettura http://letturesenzatempo.blogspot.it/p/blog-page_30.html con una pagina apposita e post relativi a questa inziativa: Infatti la tua intrigante lasagna potrebbe essere inserita in questo contest
fammi sapere
buon anno
simonetta
Grazie mille Simonetta, verrò a visitare il tuo blog al più presto!
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