giovedì 2 gennaio 2014

Solo due righe per riprendere la mano

Non ho voglia di scrivere.
Ci ho anche provato, ma non mi riesce: non trovo le parole, tutto mi esce a fatica, tutto mi sembra poco interessante.
Ho provato a scrivere una lettera di Babbo Natale, un esercizio che ho fatto anche fare a qualche mia classe a scuola e l’idea poteva anche essere carina: una letterina del vecchio ciccione che si lamenta perché è un lavoratore a contratto, è costretto a vivere nella tundra -o nella taiga, che la differenza non l’ho mai capita, ma mi sa che la fanno i muschi e i licheni-  solo in compagnia di renne cagone e di folletti dispettosi.
Ci ho provato, ma i miei alunni, a suo tempo, hanno fatto molto di meglio.
Volevo anche scrivere una cosa sui tortellini, mi riprometto di farlo ogni giorno da due mesi a questa parte, ma nel frattempo ho tirato non meno di centocinquanta uova di sfoglia, di tortellini ne ho fatti circa trenta chili e ora ho la nausea perfino a parlarne.
Mi era venuto in mente anche di riversare su un foglio bianco i mille motivi per i quali detesto le feste e in questo periodo mi sento perfida, cinica e se mai coltivo tutto l’anno una buona quantità di speranze, queste svaniscono all’apparizione del primo festone, come se a me la cometa portasse in un vicolo cieco di disillusione, malinconia e senso di esilio, però ci sono motivi così profondi e dolorosi per tutto questo, che non sono pronta a parlarne, né seriamente -che mi faccio venire il nervoso da sola- né con la mano lieve, che è quella con la quale mi riesce meglio di scrivere, di solito.
Io poi ho una grossa difficoltà con la retorica, sia della gioia, sia del dolore, così casso ogni riga se ne avverto il sentore, a meno che non sia voluta e non abbia deciso di lanciarmi in uno scritto epico, che comunque non riesco a prendere sul serio, pertanto scrivere durante le feste mi diventa impossibile, non riesco neanche a buttare giù due righe di auguri senza che la faccenda mi appaia insopportabilmente cretina.
In più, nel vuoto totale di voglia di scrivere, coltivo una forma di drammatica insicurezza, che si materializza spesso nell’uso di lunghissimi avverbi di modo, come quell’insopportabile “insopportabilmente” di tre righe più su.
Sono due mesi che vorrei scrivere, ma tutto mi allontana dalla scrittura, persino i pensieri ai quali ipotizzo di dare forma.
Poi dico che sono stanca, che sono troppo impegnata, che non ho nulla di interessante da raccontare e tengo tutto dentro, ormai schiva, solitaria e misantropa come sono, convinta che non ne valga la pena.
Sono alibi, lo so benissimo, ma per disgregare certi blocchi ci vorrebbe qualcosa di bellissimo, o anche solo una piccola scintilla che riaccenda il fuoco, ammesso che ci sia abbastanza legna per attizzarlo.
Non muore nessuno, se non scrivo, però muoio un po’ io.
Vorrei tanto tornare ai tempi della scuola, aspettare con trepidazione il giorno del tema, mettercela tutta per quelle quattro ore e portare a casa la malacopia per la mamma, che mi aspettava sulla soglia di casa, con la sigaretta in mano, ansiosa di leggere le mie parole che, come diceva lei, “la ripagavano di tutto”.
Bene, ora che l’ho scritto e che mi sono fatta anche il mio pianto, come sempre quando parlo della mamma, si chiude il cerchio del mio odio per le feste, dell’esilio, del rituale dei tortellini e del gelido deserto della tundra.

Però, intanto, ho scritto qualcosa.


17 commenti:

  1. QUATTRO ORE per scrivere un tema? Mi sarei sparato. Se andava proprio male, un'ora e quaranta :-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. .mau. non ti facevo così pigro a scrivere :-)

      Elimina
    2. io sono pigro in assoluto. Poi nell'ora e mezzo-ora e quaranta scrivevo le mie quattro paginette in carattere abbastanza minuto. (occhei, non facevo la brutta copia, ma quello perché sono pigro)

      Elimina
    3. @ .mau.
      Al rientro dalle vacanze ho il compito in classe (letteratura), che si fa, ci si organizza per una connessione aumm aumm?

      Elimina
  2. Non una riga su Gromit "Altotto" Segugini: è una vergogna!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bro, Gromit Segugini è al centro ei miei pensieri e colui che mi fa addormentare con un sorriso e svegliare con un altro sorriso e un leccotto sul naso.

      Elimina
  3. Io per la letterina al "vecchio ciccione" ho reciclato/rubato questa

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Marco! che bel regalo questo scambio tra blogger!

      Elimina
  4. Dai, capita di sentirsi così. E poi quello che dici sembra che parli di me (tranne per i tortellini, io lì sono negato). E anche per la scrittura mica me la cavo tanto bene. Ma può servire, anzi serve sicuramente; per dire ho fondato due blog (anzi di più ma non sono sopravvissuti) e per sentirmi meno solo sono comunitari. Se t'interessa saremmo orgogliosi di averti tra noi.
    N.B.: in realtà, ripensandoci, l'idea del primo è venuta al dr.prof. ma nella foga di scrivere, ai com'è...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Juhan, sarei io orgogliosissima di essere tra voi! come per tutte le cose, anche scrivere richiede esercizio e quel piccolo gesto faticosissimo di iniziare, ma dai e dai...

      Elimina
    2. Se mi mandi una mail ti arruolo. Pensa che bel regalo per l'AD che tra breve fa il compleanno (ma acqua in bocca dev'essere una sorpresa).

      Elimina
    3. tra breve faccio il compleanno anch'io...

      Elimina
    4. allora: 1) auguri! e 2) controlla la posta ;-)

      Elimina
  5. Io non ti conosco (io non so chi sei), non ricordo nemmeno come sono arrivato a questo blog (probabilmente seguendo la catena di link da altri blogger che nemmeno conosco, nemmeno so chi siano). E però ti leggo (e leggo anche quelli), e volentieri. Sicché... niente. E buon anno.

    RispondiElimina
  6. Intanto hai scritto! Sai che hai un grande fan e, se scrivi, vive un po' meglio anche lui.

    RispondiElimina
  7. ...intanto ho scritto qualcosa ??? Sono esterrefatta !!! Il qualcosa che tu scrivi è sempre un'esplosiva miscela emotiva, perché contiene quegli ingredienti ( per rimanere in tema di brodini e tortellini, che tanto hanno colpito i tuoi lettori ), dall'ironia alla malinconia, per i quali la vita vale la pena di essere vissuta... riflettendoci, mi fai pensare che parlare di brodini e tortellini è il solito attentato che saltuariamente compi a danno della femmina che è in te, per poi proporti come una più tranquillizzante casalinga... canzoni suggerite : "Elevation of love" E.S.T. (Esbjorn Svensson Trio), "Shadow" Billy Cobham, "Dance of life" Narada Michael Walden (1979 album version, pregandoti di ascoltare con devozione l'assolo di chitarra di Corrado Rustici) ...buon ascolto e
    buonanotte.

    RispondiElimina

Tutti i commenti sono soggetti a moderazione e quindi non compaiono subito.