mercoledì 16 aprile 2014

Il magico momento delle adozioni

Poco più di un mese fa, durante un triste pomeriggio a scuola, si è presentata in classe una simpatica ragazza con una carriola di libri.
Cercava me.
Profondamente stupita, le ho chiesto la ragione di questa visita inaspettata, ma graditissima, e mi sono sentita rispondere: “Le ho portato in visione i libri per l’adozione del biennio”.
Ho sentito come un lampo di elettricità attraversarmi dalla sommità della testa fino alla punta dei piedi, scaricare a terra e lasciarmi basita in un alone di luce.
Dopo cinque anni di adozioni bloccate, cinque anni di inferno durante i quali m’è toccato di lavorare con libri scelti da altri, finalmente ritornavo padrona del mio destino, libera di decidere gli strumenti da utilizzare e di immaginare un percorso costruito a mia misura.
Sono sopravvissuta per un lustro macinando fotocopie, creando patchwork di altri libri, scrivendo interi capitoli alla lavagna, incapace di ritrovarmi tra le pagine di testi scolastici orrendi che non mi appartenevano in alcun modo.
Non che io ritenga di scegliere meglio di altri, per carità, ma se con i libri ci devo lavorare, devo poterli vagliare, ponderando su ogni argomento, valutando i pro e i contro di ogni testo, pianificando come integrare quello che manca, come scandire il mio progetto educativo, in che modo farmeli aderire addosso come un abito di sartoria.
Non posso lavorare bene con libri scelti da altri, sarebbe come pretendere da un tennista che giocasse con una racchetta dall’impugnatura sbagliata, far usare a un imbianchino un rullo inadatto alla superficie da dipingere, far indossare a una ballerina scarpe troppo strette, costringere un miope a leggere con occhiali da astigmatico: se uno è bravo ci riesce lo stesso, ma non lo fa bene come vorrebbe e gli costa una fatica insensata.
Ho provato per la simpatica rappresentante un affetto smisurato e per i suoi libri un’immediata benevolenza.
Nel giro di un mese sono arrivati tutti i distributori della zona, quando li ho intercettati mi sono fatta portare i libri direttamente in classe, li ho raccolti con una forma di feticismo appassionato ed ho cominciato a sfogliarli.
Sapevo bene che stava iniziando un periodo di gioia e dilemmi, di meditazioni notturne, di progetti ambiziosissimi, di sogni rosei di fare della mia classe un fulgido esempio di sapienza umanistica -sogni destinati a franare al cospetto dell’indifferenza che la maggior parte dei bambini riserva alla cultura. 
Negli anni delle adozioni dei libri, nessuna considerazione realistica può scalfire il mio entusiasmo di fronte all’arrivo dei rappresentanti.
Dicono di me che ho il tiro alto con le classi, ed è vero, ma per quanto io possa tirare in alto, le classi ci pensano da sole a ridimensionare le mie manie di grandezza.
In ogni caso, una volta raccolti un po’ di libri, procedo a una prima scrematura, in modo abitrario, empirico, emotivo e discutibile, cioè mi fido del primo impatto visivo: apro il libro a caso e se la grafica non mi attira, se le pagine sono troppo piene, troppo colorate e i caratteri non mi piacciono, lo scarto subito. 
Magari è un bel testo, magari i contenuti sono eccellenti e l’impostazione è organica, ma un libro con una brutta grafica per me è una sofferenza, e quasi sempre non solo per me. 
I bambini si confondono quando le pagine sono troppo dispersive o gli arriva un’ondata di informazioni tutte insieme, un buon libro deve essere lineare, ordinato, con uno schema preciso facilmente identificabile, uguale fino alla fine.
Tra quelli che sopravvivono, inizio il confronto leggendo soprattutto la parte di Storia, e con quelli che superano l’esame -  molto severo, ho cassato libri solo perché non trattavano gli Ittiti con il dovuto rispetto - passo al setaccio Geografia, dove mozzo teste a tutto spiano se non mi soddisfa la posizione e il rilievo che riservano al reticolo geografico e alle zone climatiche del mondo. 
Ognuno ha le sue manie, abbiate pazienza.
La mia collega, dal canto suo, procede al vaglio della parte di Matematica e Scienze in autonomia e ci incontriamo alla fine con i pochi testi scampati all’analisi spietata, ciascuna con i suoi.
Quindi torniamo a rifare tutto il processo solo per i libri che entrambe abbiamo salvato.
Quest’anno, forse per via della gioia dopo cinque anni di deprivazioni, si erano salvati tre libri, sui quali la mia collega aveva rimesso a me la scelta e io non sapevo decidermi.
Due giorni fa, tuttavia, in circostanze del tutto casuali, abbiamo scoperto che nell’aula insegnanti era stata raccolta almeno un’altra dozzina di testi che non avevo intercettato personalmente e io ho avuto un tuffo al cuore, non solo perché da bibliofila mi ha preso l’esaltazione di fronte a un simile tesoro, ma pure perché temevo di trovare qualcosa che avrebbe reso ancora più grave la mia indecisione.
Invece è accaduto il miracolo, ho trovato il libro sul quale non ho dubbi, quello quasi perfetto, quasi come se l’avessi scritto io per poterci lavorare, quello per il quale sono pronta a dare battaglia. 
Per fortuna piace anche alla mia collega, per fortuna è quello che piace di più anche a lei e io un po’ la amo.


Ora devo affrontare il libro di Italiano, che sarà una scelta tutta mia, ma ho ristretto il campo a due, da una ventina che ci hanno lasciato in visione, non solo perché sono ben organizzati e hanno una buona scelta di autori, ma trattano pure le figure retoriche come si deve e introducono analisi logica e analisi del periodo, argomenti che con questa classe non riuscirò probabilmente a svolgere, a meno di una folgorazione collettiva, ma io il tiro lo voglio tenere alto, che ad abbassarlo c’è sempre tempo.
Credo che se resterò indecisa, alla fine mi giocherò l’ultima carta: deciderò con il naso, in base all’odore.
La prima volta che ho insegnato in una prima elementare ho scelto, tra due libri molto belli, quello che profumava di vaniglia, ed è andata benissimo...





3 commenti:

  1. ...mi fai venir voglia, come faccio ogni tanto la notte,di scartabellare negli scatoloni lasciati da mia madre per trovare le foto delle elementari in bianco e nero (come del resto anche il grembiule) e constatare con compiacimento che la mia maestra sei tu !
    Bacienotte. Brano consigliato (...ma ne ha avrai ascoltato almeno uno ?) "Hommage a Violette Nozieres" Area, ...gli dei se ne vanno, gli arrabbiati restano !

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  2. Unnome Datorero, ho ascoltato tutti i brani che mi hai suggerito, anche quelli che conoscevo già.
    Non dubitarne e grazie....

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  3. ...trovo solo ora il tempo di dirti anch'io grazie per la condivisione musicale e di salutarti, visto il tuo talento poetico, con "Walter Whitman (where are you)", Gino Vannelli, cd Yonder Tree.
    Buonanottediquasiestate.

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